1-415-961-7860
Libri per adulti
Letteratura e narrativa
Audiolibri
9788807034831
Due donne, due età, due mondi: dalle loro distanze nasce l'incontro sofferto, ironico, triste e gioioso tra Ginevra e N., l'adolescente somala a cui ha offerto un nido provvisorio. Nella luce di questa "penultima illusione", Ginevra Bompiani rivive e ci fa rivivere una vita impulsiva e divergente, al centro della storia culturale e politica italiana ed europea.
Non cìè mai un ragionamento dietro le mie azioni, le mie svolte, le mie mutazioni. C'è l'intuizione, l'evidenza, l'illusione.
Ginevra Bompiani ha attraversato il Novecento da trottatore, all'insegna della cultura e dell'impegno sociale. La incontriamo nelle prime pagine insieme a N., adolescente somala di cui è tutrice legale, con cui trascorre «giorni ciarlieri» e «altri che aprono una piccola voragine nel suo passato e nel mio presente». Nel loro dialogo, fatto più di gesti e sensazioni che di parole, Ginevra Bompiani torna spesso con il pensiero al proprio passato: l'essere figlia di uno dei principali editori italiani, l'infanzia tra Milano e Vigevano, la guerra e una pace da scoprire. Tra i viaggi e le amicizie, si incontrano Umberto Eco, Italo Calvino, Elsa Morante, Giorgio Manganelli, Giorgio Agamben – per citare solamente alcuni –, si partecipa alla fondazione di una casa editrice, alla costruzione e ricostruzione di biblioteche a Sarajevo e nell'Africa subsahariana, alle tante battaglie, vinte e perse, che segnano fino a oggi il cammino dell'autrice. Mentre la pandemia tiene in scacco il mondo, Ginevra vuole aiutare N. a trovare una strada che le apra quell'orizzonte che si è subitaneamente richiuso. Questa proiezione verso un futuro da inventare le permette di guardare al passato senza provare né rimorsi né rimpianti, in equilibrio tra chi si poteva essere e chi si è effettivamente stati. Sempre alla ricerca della prossima illusione. «E chissà che tutta la vita non sia davvero così, un accavallarsi confuso di immaginazione e memoria, e questo velo di Maya si stenda sulla nostra esperienza del mondo vivo.»